Felicità in 8 mosse: Parte 1

 

FelicitàL’esercizio fisico ha un effetto profondo sulla nostra felicità e benessere a punto tale che è stato dimostrato essere una strategia efficace per superare la depressione come riportato in uno studio citato nel libro di Shawn Achor , The Happiness Advantage . Tre gruppi di pazienti trattati per la loro depressione o con i farmaci , esercizio fisico o una combinazione dei due, hanno manifestato miglioramenti simili nei loro livelli di felicità ma le valutazioni di follow-up hanno dimostrato di essere radicalmente diverse.

Infatti i gruppi sono stati testati sei mesi dopo per valutare il loro tasso di recidive. Di coloro che avevano preso solo il farmaco, il 38 per cento era scivolato di nuovo in depressione. Quelli nel gruppo di combinazione il  tasso di recidiva è stato del 31 per cento.

Lo shock più grande è venuto dai risultati del gruppo di esercizio fisico : il loro tasso di recidiva è stato solo il 9 per cento!

Tuttavia non dovete essere depressi per ottenere beneficio dall’esercizio fisico. Può aiutare a rilassarsi, aumentare la potenza del cervello e anche migliorare la vostra immagine del corpo , anche se non perdete  peso . Un altro interessante studio pubblicato nel Journal of Health Psychology infatti ha rilevato che le persone che hanno fatto esercizio fisico si sentono meglio riguardo i propri corpi, anche quando non vedono cambiamenti fisici.

Il peso corporeo, la forma e la percezione dell’immagine del proprio corpo  sono stati valutati in 16 maschi e 18 femmine , prima e dopo  6  sessioni di 40 minuti di esercizio fisico e 6 sessioni di 40 minuti di lettura . In entrambi i casi  il peso corporeo e la forma non è cambiata. Tuttavia la percezione dell’immagine del proprio corpo è migliorata dopo l’esercizio fisico rispetto a prima .

Per concludere, ecco una immagine interessante che dimostra cosa fa l’esercizio fisico al nostro cervello, ovvero come si attivino il rilascio di proteine ​​ed endorfine che ci fanno sentire più felici.

brain quite-exerciseIl confronto delle immagini dimostra la differente attivazione tra il cervello di una persona che è rimasta tranquillamente seduta ed il cervello di una persona dopo soli 20 minuti di camminata.

Medicine complementari: vita più lunga e meno costi.

Medicine complementariSe il medico  conosce anche le medicine complementari, si riduce la spesa sanitaria e i pazienti vivono più a lungo.

E’ quanto si legge nel lavoro condotto da due ricercatori olandesi P. Kooreman ed E W Baars dell’Università di Tilburg pubblicato sull’European Journal of Health Economics.

I dati riguardanti 1913 medici di medicina generale “convenzionali” sono stati messi a confronto con quelli di 79 medici di base che avevano una formazione aggiuntiva in una medicina complementare, 25 in agopuntura, 28 in omeopatia, e 26 in medicina antroposofica.

Ecco in sintesi i risultati: i pazienti dei medici che alla formazione classica aggiungono anche un training in medicina complementare presentano un tasso di mortalità inferiore fino al 30%. Anche i costi a loro riferiti sono inferiori fino al 30% con percentuali che cambiano in relazione alla fascia di età e al tipo di medicina complementare utilizzata.

La riduzione dei costi sanitari è ascrivibile a un minor numero di ricoveri ospedalieri e al minor ricorso a medicinali da prescrizione.

Nella discussione per spiegar questi risultati si formulano alcune ipotesi: la selezione (è probabile  che chi è poco propenso a interventi medici si rivolga alle medicine complementari) ma anche il fatto che  le terapie adottate dai medici che conoscono anche la medicina complementare siano migliori, che cioè si tende a non attuare trattamenti farmacologici eccessivi (e spesso immotivati) e ci si concentra soprattutto nella prevenzione e sulla promozione della salute.

Articolo originale: Patients whose GP knows complementary medicine tend to have lower costs and live longer, P Kooreman – E. W. Baars, Eur J Health Econ, 22 giugno 2011.